Una bella storia di volontariato, amicizia e politica - feb10
Data: Mercoledì, 24 febbraio @ 13:39:37 CET

La Voce di Romagna, 24 febbraio 2010

di Simone Mariotti

Avevo venticinque anni, e tra pochi mesi arrivo a quaranta. Avevo venticinque anni e mi ricordo benissimo il momento esatto in cui per la prima volta mi fu spiegata quella brutta storia degli "scarichi a mare". Un po' come quelle cose che ti restano in testa, come l'11 settembre, che tutti poi si ricordano quello che stavano facendo in quel momento.
Io ero a casa di Werther Casali, nel borgo, e un veterinario che avevo conosciuto da poco mi raccontò di un esposto in procura che aveva fatto contro il sindaco di Rimini Chicchi. Oltre a Werther, la mia vita quell'anno aveva incrociato anche quella di Sergio Giordano, e sono quegli incontri che la vita te la fanno deviare, in meglio. E tra radicali e "merdaioli" in futuro ci sarebbe stato di che divertirsi.
La Voce ancora purtroppo non c'era, ma persino nello storico "altrove", dove oggi su queste cose regna l'amnesia, si leggevano dei disastri ricorrenti, degli allagamenti, dell'orrida merda in mare.
Nascemmo agguerriti tra chiacchiere ed entusiasmo attorno a quel tavolo radicale, tra un referendum, un comizio e una qualche elezione. Nei primi anni si andò avanti "a braccio", senza organizzazione né un nome, solo con il "dossier stampa" contenuto nel raccoglitore nero di Sergio, quasi un libro sacro, anzi, senza quasi. Poi la svolta, quel primo prelievo di acqua a piazza Kennedy e il barattolo con i risultati delle analisi e quel manifesto che tappezzò la città con quel nome tanto fastidioso quanto fondamentale per il suo successo negli anni futuri: "Basta Merda in Mare". Era il 2000 e in molti ci chiesero di cambiarlo, continuando a farlo negli anni. E un coronamento del nostro successo politico, è stato anche vedere in Consiglio Comunale tanti di quelli che con più insistenza ci avevano fatto quella richiesta, sedere accanto alla presidente di "Basta Merda in Mare", che parlando all'aula, incassava un consenso generale.
Quelli tra il 1995 e il 2001 furono anni battaglieri e arrembanti, quelli in cui la città, e soprattutto la politica, doveva essere scossa dal torpore in cui stava dormendo, quelli in cui l'assessore all'ambiente si doveva svegliare con un bidone di liquame in ufficio e il neo sindaco-medico appena eletto, doveva essere preso per mano e portato davanti allo scarico sulla spiaggia con i bambini che vi sguazzavano dentro.
Poi una fase di stasi, in attesa dei progetti che non arrivavano, di un piano delle fognature che ancora non c'era. Per quasi tre anni, tra il 2002 e il 2004, ci vedevamo quasi solo io, Sergio, Werther e Ivan Innocenti, il martedì sera, a parlare di politica e di mare. Nei momenti della vittoria bisogna ricordare tutti e riconoscere le origini che ti hanno permesso di essere lì e i gradini che lentamente sono stati conquistati. E in quegli anni fu grazie soprattutto a Ivan Innocenti che "Basta Merda in Mare" restò attiva, che per la prima volta sbarcò in rete e che alla fine iniziò a prendere i primi contatti per imboccare quella profonda trasformazione che diede nuova vita al vecchio comitato e che lo vide poi trasformato in una grande associazione onlus che oggi esprime la vicepresidenza di tutto il mondo del volontariato riminese. E anche se da qualche anno le nostre strade si sono divise, per differenti visioni sulle priorità da portare avanti, se non ci fosse stato Ivan la storia di "Basta Merda in Mare" sarebbe stata certamente diversa.

I fatti della vita, il destino e ancora quegli incontri che ti spostano, con felice irruenza. Dovrei proprio ringraziare il Sindaco Ravaioli per il modo grezzo in cui gestì il taglio degli alberi di piazza Ferrari, che fece infuriare mezza Rimini e portò alla nascita del comitato da guidato da Maria Cristina Gattei.
C'incontrammo così. Lei e Ivan presero i primi contatti; poi le riunioni, lo studio reciproco, la conoscenza, l'entusiasmo e l'affetto. Iniziammo a produrre idee nuove e "Basta Merda in Mare" decise di fare una cosa rara e di straordinaria maturità: cambiare. Portare avanti, cioè, quello che tanti gruppi nati dalla politica non sempre, anzi quasi mai, riescono fare, forse per quella gelosia sanguigna che imbriglia, e che è anche naturale ci sia nei confronti delle proprie creature. Bisognava cioè proseguire la storia di Basta Merda in modo nuovo, raccogliendo attorno alla combattività del vecchio comitato le altre anime ambientaliste della città, cosa in cui Cristina è stata eccezionale, e trasformarlo in associazione, senza che questa degenerasse in un club di tuttologi dell'ambiente, ma mantenendo prioritario (anche se non più esclusivo) suo il focus originario. E a guardarla oggi, la struttura attuale dell'associazione, con un consiglio direttivo espressione di ogni colore politico tale da renderlo non strumentalizzabile da nessuno, è un vero capolavoro.
Oggi ovviamente c'è la gara a salire sul nostro carro. Dicono che "sì, era tutto da fare, che anche loro lo avevano detto, ecc.", ma chissà perché per votare in Comune un benedetto documento "ovvio" c'è voluto il pressing decennale di "Basta Merda in Mare". Ma è la solita, innocua, e dopotutto neanche condannabile (fa parte del loro essere), recita che la politica inscena su se stessa.
Ma oltre al significato intrinseco di quanto deciso in consiglio la settimana scorsa, c'è un aspetto molto importante che va considerato e che può arricchire ulteriormente la città.
Quello di "Basta Merda in Mare" è un esempio produttivo e positivo di ciò che può sbocciare dall'ascolto attivo e rispettoso da parte della politica delle esigenze cittadine quando vengono espresse e organizzate attraverso il filtro di un mondo del volontariato serio e libero. E di come, quindi, dovrebbero essere valorizzate e arricchire le strutture a esso di supporto, come per esempio la Casa della Pace di Rimini, storica sede delle più diverse associazioni (non di BMIM), e attualmente invece in sfratto, e i Centri di Servizio per il Volontariato presenti nelle provincie.

Il resto per me è storia personale, fatta di rapporti, anche tra i più intensi e sofferti di questi miei primi 40 anni, e di coincidenze, o di conseguenze. Di una vita che è comunque passata di lì, dal mare, tra gioia e dolore, e che ancora si muove da quelle parti.
E fu proprio in uno dei miei momenti meno felici che mi ritrovai, quasi come una catarsi, a ricominciare sotto la pioggia, solo, a far prelievi in mare ai primi di settembre 2007; e ancora lo stesso nel giugno successivo, assieme Sergio e alla Carla (terzetto di mille battaglie), per iniziare il lungo monitoraggio del mare che ha poi portato alla mostra del 2009. E fu sempre durante una festa in piazza di "Basta Merda in Mare" di quattro anni fa che mi capitò di vivere, per motivi ben poco "merdaioli", uno dei giorni più belli della mia vita. Insomma, il mare era sempre lì.
E, dal mio punto di vista, al di là dell'ambientalismo, del gruppo, della militanza politica, quell'unione, fatta anche di litigi e discussioni, che come sempre arricchiscono, che ho vissuto e vivo soprattutto con Sergio e la Cristina, e Werther, più di una semplice partecipazione (o compartecipazione), è stata, ed è, l'amicizia profonda con persone con le quali avrò un rapporto che sarà sempre diverso rispetto a tutti gli altri, e certamente privilegiato, nel senso meno scontato, e credo più nobile, del termine.


La storia di Basta Merda in Mare





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