Le fogne vanno fatte, ma il mare è (quasi) innocuo - Mariotti
Data: Sabato, 14 luglio @ 11:49:49 CEST

La Voce di Romagna, 11 luglio 2012

di Simone Mariotti

“Merd!”, dice il francese guardando il mare dopo un temporale, “Da”, risponde il russo. Questa campanilesca “tragedia in due battute” è di Giuliano Bonizzato, ma la ripropongo per continuare quel che lui scriveva giustamente lunedì scorso.
Capita infatti che con l’andare avanti del tempo le parti si invertano, e da ex “terroristi”, quelli di “Basta Merda in Mare” rischino di dover far loro da garanti della sicurezza delle acque riminesi, che in effetti sono buone.
E’ spesso normale, perché cambiano i contesti, e se quello che tu avevi visto e combattuto prima quasi in solitaria esce alla luce del sole, devi poi contenere la foga dei nuovi arrivati, perché nella massa c’è sempre quello che vuole strafare. E’ un processo credo studiato dalla sociologia, dalla psicologia, non so. Facendo parallelismi azzardati, è un po’ come quando c’è l’overshooting tra tassi di cambio, quando le fluttuazioni tra due valute iper-reagiscono in modo esagerato a uno shock esterno per poi riequilibrarsi a valori più corretti.
La gente è così. Il problema lo sente quando la sorte lo colpisce, quando subisce una violazione di diritto raro, uno di quelli per cui prima si diceva “tanto a me non capita”. Poi ti ammali di un brutto male e scopri che la cannabis è una terapia utile o che le nostre carceri sono indegne essendoci finito dentro in attesa di un verdetto magari di innocenza. E così, e sempre di più negli ultimi due o tre anni, molti si sono accorti dei rischi causati dagli scarichi a mare, specialmente per i bambini, forse perché magari quelli che prima se ne disinteressavano, di figli ora ne hanno.
C’è una piccolissima bimba ancora al sicuro nella sua pancia che dal prossimo ottobre porterà il mio cognome. Io mi batto per delle fogne migliori a Rimini da più di una quindicina d’anni, e che mia stia ancora a cuore la salute del mare in cui anche lei sguazzerà credo non abbia bisogno di essere sottolineato. Ed è per questo che ai fondatori di Basta Merda in Mare da più parti viene chiesto un contributo per rassicurare su una situazione che sta degenerando in una sorta di caccia l’untore fognario che non porterà alcun giovamento. Non voglio ripetere quello che ha scritto Giuliano due giorni fa, ma che il nostro mare, in condizioni normali, sia un gran bel mare, e innocuo, è una certezza.
Mi dicono però che i pediatri, dopo aver dormito sonni profondi per vent’anni, si siano fatti prendere la mano, iniziando ad allarmare oltre il dovuto genitori già confusi, anche loro svegliati dopo decenni di letargo.
Sia chiaro: se ora si sta esagerando in direzione opposta è solo per colpa di un susseguirsi di amministrazioni eccezionalmente inette che hanno tappato un vulcano che ora è esploso incontrollato, cui quella attuale fa solo parzialmente eccezione, per un tentativo di risanamento ancora limitato e ancora scarsamente finanziato.
Cinque anni fa non stavamo meglio, tutt’altro! “Basta Merda in Mare” era già al suo secondo libro, che si chiamava eloquentemente Il mare non è una fogna blu, la rassegna stampa in cosa al libro era già chilometrica (18 pagine in corpo 9!), ma né Ausl né pediatri né medici di base trovavano molto da ridire sul fatto che a ogni pioggia fiumi di liquami finissero in acqua. E alle prime riunioni al Piano Strategico bisognava sudare per far attribuire al problema quella priorità poi riconosciuta.
Non è cambiato molto. E il mio punto di vista di futuro babbo, certamente ancora più preoccupato, è lo stesso di quello del ragazzo che 11 anni fa portava (assieme, tra gli altri, a un altro neo babbo di oggi) un secchio di liquami in piazza, che poi finì all’assessore all’ambiente. Le fogne sono il paradigma della salute di una città, e se quel che c’è sotto funziona bene, sopra c’è un bel luogo in cui vivere. Ed è tutto il sistema che deve funzionare, dalla gestione delle acque nere, a quella delle bianche e dei reflui depurati, dannosissimi per l’ecosistema marino. E “Basta Merda in Mare” vuol quindi dire fogne sane in tutti i suoi aspetti, cioè città sostenibile e mare tutelato. Per questo a livello di comunità urbana, il risanamento fognario è la prima e la più importante emergenza ambientale, sanitaria ed economica.
Il mare però non è morto affatto, ed è allora da fessi attuare politiche dei cartelli come quelle attuali in cui, anche quando ci sono non si vedono, diffondendo così panico e dubbi. E mi tocca sentire come domenica scorsa, sdraiato dal lettino, e per la prima volta in 15 anni, tre genitori diversi uno dopo l’altro nel giro di 5 minuti discutere di scarichi, del divieto che chissà se c’è, del come si fa a saperlo, del meglio stare lontano dal mare, mentre nel pomeriggio una mamma ha sgridato platealmente la figlia che tornava dalla riva, quando di rischi in realtà non ve n’erano proprio.
Caro Assessore e caro Sindaco, vi rinnovo l’appello di tre mesi fa quando vi dissi di non fare le cose a metà, come sono poi state fatte: quei cartelli devono essere molto, ma molto più grandi, o basterebbe anche una grande bandiera a ogni bagno, che svettando dall’alto avviserebbe tutti del pericolo, quando c’è, e tranquillizzerebbe tutti istantaneamente, notando con una rapida occhiata la sua assenza, cioè quasi sempre, perché il mare quasi sempre è innocuo. Quasi, purtroppo.



www.simonemariotti.com





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