L'emergenza fogne e i soliti politici assenti - ott 07
Data: Mercoledì, 10 dicembre @ 15:24:02 CET

La Voce di Romagna, 24 ottobre 2007

di Simone Mariotti

Loro non c'erano, non sono venuti, non vengono mai, dopo tutto, e se fossero venuti, che sarebbe cambiato? Tanto da quell'orecchio non ci sentono. Sono gli amministratori di Rimini che si sono ben guardati di mettere piede al convegno sugli scarichi a mare organizzato sabato scorso dall'associazione Basta Merda in Mare (unico presente è stato l'assessore Galasso, di Riccione).
Qualche tecnico di pregio invece c'era, e tra questi il direttore dell'Arpa Stambazzi e quello di Hera Minarelli. Entrambi, costruttivi e sentitamente coinvolti nella faccenda, hanno portato il loro contributo che verrà poi messo negli atti congressuali di prossima pubblicazione. Minarelli ha anche avuto un sussulto sinistramente profetico: "tutto quello che si dice qui è giusto, ma le grandi opere a Rimini sono sempre state fatte con i soldi statali e per le fogne non ne arriveranno di certo più. Quindi tocca a fare da soli, con quello che c'è". Ed allora faremo con quello che abbiamo, e se ci fosse volontà politica e se le logiche di scelta dei tecnici fossero slegate dal colore delle tessere, basterebbe anche quel poco.
La logica di Minarelli però è sempre apprezzabile perché in un certo senso (anche se forse manca qualche pezzo) è pragmatica. Ma un convegno è sempre troppo breve per proseguire a lungo un dibattito. La cosa interessante sarebbe allora proprio ripartire da qui, invece di appellarsi alle preghiere del vescovo.
Se le parole di Minarelli sono giuste, questo vuol dire (e non è una gran scoperta) che lo stuolo di sindaci che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni sono i primi responsabili dello sfacelo del nostro sistema fognario, perchè non sono stati capaci di dare priorità a questa emergenza né, di conseguenza, di far arrivare i finanziamenti necessari. Stabilita allora questa tautologia storica "un sindaco riminese è un cattivo sindaco" (altro che sindaco sognatore!) resta da decidere che fare. Tre cose sono assolutamente prioritarie:

Primo. Smettere di peggiorare la situazione. Questo vuol dire, ovviamente, smettere di costruire là dove la situazione è fuori controllo, cioè ovunque. Ma poi chi lo dice al vicesindaco? Al solo pensiero di un mattoncino in meno inizierebbe a piangere come un agnellino cui hanno appena brutalmente ucciso la mamma sotto gli occhi! Sarebbe crisi depressiva sicura, e per la casta al potere a Rimini, crisi finanziaria nera.
Secondo. Smettere di indirizzare le priorità cittadine verso progetti ciclopici, mangiasoldi e di dubbia utilità (ma poi la casta come sopravvive?) come il Canale Emiliano Romagnolo, il TRC, o il Palacongressi. Quest'ultimo credo rappresenterà l'apice della follia amministrativa ed urbanistica riminese. Ma se lì doveva restare, non bastava ammodernare quello che c'era, già oggi sotto-utilizzato, liberare risorse per le fogne, e trasformare l'area di fronte per un mega parcheggio? No, oggi si punta al contrario, con la brillante idea di sacrificare anche una parte del parco Peep per il parcheggio. Chissà, un'idea ancora più brillante potrebbe allora essere quella di trasformare l'intero parco Ausa in una strada riservata per un nuovo Metrò (su gomma ovviamente, perché a noi piacciono così!) per collegare il nuovo mega Palas con la zona mare. Certo, dovemmo tagliare qualche centinaio di alberi. Poco male: basterà farci di fianco una bella pista ciclabile così saranno tutti contenti.
Terzo. Bisogna iniziare! Bisogna iniziare a sdoppiare la rete fognaria là dove si può, lentamente se ci sono pochi soldi, ma bisogna partire. Non importa se nel 2020 non saremo ancora a metà. E perché non si iniziano subito a seguire le soluzioni proposte dall'Ing. Mancini per stoccare le acque nelle vecchie cave invece che gettarla a mare? Perché non si iniziano a chiamare tecnici competenti e indipendenti per gestire queste cose, non i soliti ingegneri che hanno creato questo disastro (e di cui qui non si può fare il nome) per compiacere i soliti amici? Perché siamo destinati a non avere mai delle risposte vere?
Si parla di derivati e dello scandalo di amministrazioni che hanno avuto soldi da sperperare subito con la finanza creativa, scaricando poi un debito moltiplicato sui loro successori. Béh, gli amministratori di Rimini hanno fatto la stessa cosa, solo che le cifre che noi dovremo sottrarre ai nostri figli per mettere mano al sistema fognario quando scoppierà definitivamente saranno ben peggiori di rispetto ad un paio di swap scelti male. Ma tanto, caro sindaco, cari assessori, presidenti e commedianti vari, voi non ci sarete più.








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